In un certo modo la “pulitura” e revisione di un testo è un’operazione piuttosto tecnica e complessa, che senza dubbio sacrifica parte della spontaneità e della forza di un lavoro solo personale e lo adatta a dei canoni ai quali, per indole ed esperienza, non sono solito badare, ma è anche vero che per altro verso somiglia alla levigatura di una gemma: fa emergere e risaltare solo il meglio di materiale grezzo. Dalla prima redazione a quella che presenteremo a breve il mio editore ed io il testo è molto cambiato, e si è anche ridotto. In parte nella fase di editing lo scritto si è addolcito, il personaggio ha assunto tratti meno deliranti ed ossessivi, è anche meno complesso, ed anche il linguaggio ha preso una piega più usuale, rinunciando in buona parte a costruzioni frastiche particolarmente rocciose, o colloquiali, intricate, ricche di anacoluti o ragionamenti involuti e cerebrali. Da quello che ho capito in una prima opera nessuno dà per scontato o confida nel fatto che chi scrive sappia farlo e conosca l’italiano permettendosi allusioni dialettali o localismi, è comprensibile, io stesso sono un diffidente patentato.
L’opera conserva comunque una discreta complessità che, come era mia intenzione, è celata da una solo apparente semplicità e spontaneità. Sul senso e le caratteristiche stilistiche dell’opera spero di poter dare delle linee guida nei prossimi post su questo stesso blog.
Che il testo originario andasse corretto e riveduto oltre che accorciato era qualcosa che davo per scontato, ma a volte alcune scelte e tagli sono per me stati piuttosto dolorosi, per quanto capissi che erano necessari non tanto per inseguire i gusti di ipotetici lettori o non cadere nelle insidie di censure più o meno esplicite (con questo o altro nome) quanto per conferire un ritmo meno malmostoso e non impantanare troppo frequentemente il lettore nel lodo di un pensiero intricato all’eccesso, che rompesse così il ritmo in modo fastidioso. Per gusti personali amo la leggerezza e l’agilità, ma riesco bene a sopportare la pesantezza e sono molto attratto dalla complessità estrema, mi rendevo comunque conto che la mia disposizione personale alla sopportazione non è molto comune ed è anche bene adattarsi agli altri piuttosto che inseguire solo la propria indole.
Ho comunque iniziato a lavorare in parallelo sia al testo che sarebbe servito per la stampa che ad una versione personale che salvasse le parti che ritenevo interessanti benché non necessarie per la lettura del pubblico. Questa versione “author’s cut” è poi rimasta indietro, quando avrò tempo di rivederla e correggerla a dovere vorrei metterla libera in pdf su questo blog, ma non saprei dire quando potrebbe essere pronta dato che vorrei anche dedicarmi a progetti nuovi. Tra le sorprese dell’attività dello scrivere di sicuro ci sono stati i tempi di realizzazione, non pensavo certo che avrei tardato quasi tre anni dalla prima riga alla presentazione dell’edizione finita.
Nei prossimi post vorrei orientare la lettura e dare delle linee guida per l’interpretazione e dell’opera, che potrebbero essere utili sia a chi l’ha già letta che a coloro che lo faranno in futuro
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