venerdì 22 giugno 2012

L'OCCHIO


Una vista senza difetti, perfettamente limpida, che percepisse anche tutte le frequenze al di fuori dello spettro visivo. Occhi che non si distraggono mai, non battono palpebra, non invecchiano, immutabili e perpetui. Due come ora con un campo visivo ristretto, poi altri due sulla nuca, vedendo tutto intorno senza zone d'ombra, senza sorprese, né orientare lo sguardo. Altri due anche sulla calotta cranica, con essi poter vedere sempre anche la volta del cielo. Anzi essere solo occhi, averne anche in basso, e non perdere più nulla di ciò che è attorno. Un collo tondo come una calva, essere un cranio sferico, simile a un pallone di cuoio, con occhi da ogni parte, che vedono tutto intorno. Una palla, una bolla, sospesa nel vuoto, galleggiando e fluttuando leggera per ogni mezzo. Oppure diventare un occhio unico, un globo vitreo, che percepisce tutto attorno, con una potenza tale da rovistare sin nei tempi più antichi, spingendosi per luci vecchie di miliardi di anni, senza limiti di spazio, senza smarrire un'onda o una particella. Una sfera umettata e muta, forse immota nell'universo, che lo percepisce in blocco, intero, tutto allo stesso tempo, divenendone il centro. Vede tutto l’occhio, tranne quella parte che è sé. L’unica zona che sfugge alla vista è delle dimensioni della sfera ciclopica stessa, una sfera che si riduce ad un punto, unico punto dell’universo che tutto vede e non può vedersi. 

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